Qualche anno fa abbiamo già parlato della persecuzione di e-commerce da parte dei fabbricanti. Nel contesto del boom degli acquisti online (nel 2020 abbiamo registrato una crescita molto forte del volume d’affari con i leader del settore) la maggioranza delle fabbriche ha puntato anche sulla rete, essendo consapevoli del fatto che le vendite digitali sono non solo la priorità nel prossimo futuro, ma già oggi permettono di incrementare considerevolmente i ricavi.
Comunque, esiste ancora un piccolo gruppo dei conservatori digitali che cercano di far tornare indietro nel tempo e togliere la possibilità di acquistare online ai loro clienti.
Per questo si usa solo un metodo – quello di intentare delle cause contro i negozi online per chiedere il risarcimento danni alle aziende producttrici, applicare il diritto d'autore che tutela la proprietà artistica (di musicisti, cineasti, pittori digitali) su merchandising (materiale informativo e promozionale) che siti internet possono usare per mostrare i prodotti in vendita. L’ingegnosita di avvocati delle grandi imprese prova a distruggere gli sviluppatori di software dotati di una forte conoscenza delle reti neurali, ma non delle manipolazioni con la legge.
Tile.Expert ha abbastanza conoscenze e competenze e per organizzare la propria difesa contro la concorrenza sleale nel tribunale. Comunque, tali accuse possono mandare in fallimento una startup non disponente del ricavo eccezionale che si trova nella fase di progettazione tecnica dell'attività e manca fondi sufficenti per difendersi da tali attacchi.
E perciò pro bono (dal latino "per il bene di tutti”) da parte nostra invitiamo ad una aperta discussione della questione l’unione italiana dei brand Iris Ceramica e Diesel Living che ci persegue (noi, un’azienda maltese) nel tribunale (per qualche motivo) estone.
Provocare ad populum (dal latino) è un metodo del diritto romano (speriamo che i nostri opponenti rispettino gli approcci dei loro antenati del V secolo a.C., quando non c’era internet) che permette a ciascuna parte subente l’accusa ingiusta di ricorrere in appello al pubblico. E’ proprio quello che vogliamo fare sul nostro sito che ha il traffico di circa mezzo milione di professionisti al mese (per verificarlo clicca qua). Speriamo che questo sia abbastanza notevole clientela potenziale per Diesel Living / Iris Ceramica, che non permetterà di ignorarla e di tacere.
Non vi facciamo faticare con i dettagli dell’istanza giudiziaria contro di noi. L’argomento principale è stato descritto sopra. Se vi siete interessati ai particolari e documenti, potete chiederci nei commenti, saranno tutti a Vostra disposizione, se necessario.
Chiediamo ai rappresentanti della Iris Ceramica e Diesel Living di spiegarci in modo chiaro e comprensibile la questione sostanziale (dalla istanza adesso non è possibile capirla, a nostro avviso).
COME LA VENDITA DEI VOSTRI PRODOTTI TRAMITE E-COMMERCE PUO’ RECARVI DANNI?
Ad esempio, un cliente dall’Estonia ha visto nel nostro negozio online il vostro materiale, ha ordinato un campione, l’ha ricevuto tramite corriere. Il campione è piaciuto al cliente, dopodiché ha fatto l’ordine online. Noi abbiamo acquistato il materiale da un vostro rivenditore ufficiale (i negozi online ricevono solo i rifiuti di lavorare direttamente, abbiamo fatto i tentativi di collaborare tante volte), l’abbiamo consegnato al cliente che è rimasto soddisfatto e ha scritto una recensione positiva su TrustPilot del nostro servizio e del vostro prodotto.
Comunque, come risultato abbiamo la vostra causa che tutto questo lavoro vi ha creato un danno che supera di 90 (!) volte il nostro guadagno da questa transazione.
COME? Potete spiegarci matematicamente?
Allora, se transazione fatta porta solo il profitto al fabbricante (è ovvio, non si deve essere un esperto di giurisprudenza per dimostrare altro), quindi quale è la vostra unica obiezione per perseguire e-commerce?
La vogliamo formulare noi: avete paura di trasparenza (dichiarata ipocritamente nel codice etico del brand Diesel Living), nascondete i problemi dei prodotti nei canali di vendite offline e temete che gli algoritmi di selezione del materiale mostreranno ai clienti qualche problematica della vostra offerta nei confronti dei concorrenti. Non abbiamo ancora fatto un'analisi dei dettagli, comunque, possono essere i prezzi gonfiati in seguito alla collusione tra i rivenditori, o le recensioni negative dei vostri prodotti che gli utenti internet possono facilmente trovare, oppure qualche altro problema. Così togliete il diritto di fare una scelta ai clienti su dove e come ricevere le informazioni sui vostri prodotti. Manipolate i clienti e cercate con i soldi e le conoscenze di fermare il progresso anziché sviluppare i canali di vendita digitali che, ahivoi, il cliente sceglie.
Non è vero?
P.S. L'8 febbraio abbiamo inviato alla Iris Ceramica, al loro titolare Graniti Fiandre S.p.A. e alla Diesel Home le nostre richieste di argomentare, sotto i riflettori pubblici, la loro attività per vietare l’acquisto dei loro prodotti su internet.
Provocazione da parte dei brand Iris Ceramica e Diesel Living 10.02.21
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